Adriana! Adriana! Adriana!

2 agosto 2008 ore 11.36

Arriviamo nel piazzale di fronte all’ingresso di Villa Adriana a Tivoli, parcheggiamo e scendiamo dall’auto.
L’estate romana ci investe con una zaffata d’aria a 36° centigradi. Il cielo è azzurro e immobile, neppure una bava di vento.
Per fortuna alla biglietteria non c’è coda.

“… volete fare la visita guidata con l’archeologo? Parte alle 12.30 e dura un’ora e mezza. Costa 2,50 euro in più ed è compresa la visita al museo interno…”.

Sembra una buona idea, a parte l’ora di partenza, proprio con il sole allo zenith. Avremmo preferito fare un giro, pranzare e poi iniziare la visita ma non ci sono alternative, quindi…

All’ingresso del parco archeologico un signore di mezza età molto abbronzato ritira i biglietti e ci allunga una piccola mappa dell’area.
Passiamo un tornello come quelli che c’erano una volta nei  supermercati, ma arrugginito e molto malridotto (sarà già un reperto archeologico?).
Poi preso come la Pizia da una forza premonitrice, mi volto e chiedo al signore abbronzato:
“Mi scusi, all’interno del parco archeologico c’è un bar?”.
“No. C’è solo il bar qui fuori”.
“Grazie”… le suole delle scarpe già mi fumano… guardo Sabina… panico… riguardo il tizio abbronzato “Posso uscire un attimo per prendere qualcosa da bere e poi rientrare?”.
“Sì sì! Poi rientri dal cancello e se le dicono qualcosa faccia vedere il biglietto”.

Esco dal parco ed entro nel bar.
Compro un paio di bottigliette ed un ghiacciolo. Al limone. Quello con la stecca di liquirizia al posto del bastoncino di legno. Quant’è buono!
Torno ai cancelli mostrando il biglietto a due figuri con lo sguardo torvo e ritrovo Sabina che sta cominciando a riscaldarsi con la D80 (riscaldarsi è un eufemismo… ci saranno 40°!).

La via è in leggera salita e una famiglia di tedeschi suda con noi. Il figlio più piccolo osserva bramoso il mio ghiacciolo ma io vile e sadico inghiotto l’ultimo boccone espirando soddisfatto per il fugace sollazzo dal caldo.
Arriviamo ad una piccola e bassa costruzione accanto al muro del quadriportico di Adriano, che ospita all’interno un plastico non troppo moderno del territorio della villa. Su una parete c’è una tavola esplicativa da cui, aspettando l’archeologa, imparo che:

  • Adriano si fece costruire la villa a Tivoli snobbando il palazzo imperiale sul Palatino perché non sopportava il caos di Roma
  • il territorio della villa ha un’estensione doppia di quella di Pompei
  • il muro lungo del quadriportico, percorso 7 volte, permetteva ad Adriano di camminare ogni giorno per 3 miglia romane come gli avevano prescritto i dottori

La nostra guida, una giovane archeologa di cui non ricordo il nome… chiamiamola Fulvia…  arriva in orario. Il viaggio incomincia. siamo un gruppetto di 8 persone. Si parte dal muro del portico di cui dicevo prima, orientato in modo da avere un lato sempre al sole per l’inverno ed uno sempre in ombra per l’estate. Al centro del quadriportico c’è un grande lago artificiale: all’epoca dei fasti le acque riflettevano il sole sulle volte dei portici ricche di stucchi e vetri colorati, creando giochi di luce che riusciamo soltanto ad immaginare.

Passiamo poi alla sala dei filosofi (in realtà una sala per le udienze), gli appartamenti privati di Adriano circondati da un laghetto, le terme dell’imperatore, le terme degli ospiti illustri e le terme pubbliche.
Fulvia è abbastanza competente e ci spiega una marea di cose che non riporto, e apprendiamo che l’intera villa è costruita su un intrico di cunicoli sotterranei nei quali si muovevano schiavi e servi: Adriano non voleva che all’esterno ci fosse confusione, perciò aveva fatto costruire questa città fantasma sottoterra con sbocchi in superficie in corrispondenza degli edifici importanti… quasi 1.000 schiavi vivevano in questa sorta di metropolitana ante litteram che in alcuni punti aveva tunnel così ampi da permettere il passaggio dei carri. I dormitori anch’essi sotterranei avevano 20 bagni dotati di servizi igienici, una rarità di quei tempi per gli schiavi, voluti da Adriano per prevenire malattie ed epidemie nella sua villa (per lo stesso motivo le terme pubbliche erano aperte a tutti).

In un’ora e mezza finiamo il percorso guidato, visitando per ultima l’enorme vasca all’aperto che un tempo ospitava i banchetti imperiali. Una magnificenza! In fondo si vede una sorta di abside rialzato nel quale l’imperatore stava con i suoi familiari e amici più intimi e che all’occorrenza poteva essere nascosto con una cortina d’acqua spiovente dal cornicione in alto. Tutt’intorno alla vasca c’erano statue di divinità, cariatidi, animali, colonne… ora delle 500 statue di cui si narra nelle cronache dell’epoca ne sono rimaste 7. Il resto è stato sottratto nei secoli, dal medioevo all’800 ed oggi orna ville romane, collezioni private e musei di tutto il mondo.
Una nota di tristezza vela la voce di Fulvia… metà del territorio della villa è proprietà privata e non vi si possono eseguire scavi!

Rimasti soli ed indipendenti siamo in preda ad una sete tantalica, ma ci ricordiamo che non ci sono bar. Sono le 14:00 del pomeriggio, non abbiamo pranzato, l’uscita è a più di mezz’ora di cammino e abbiamo ancora da visitare un po’ di siti, compreso il museo, che apre alle 14:30.
Decidiamo di aspettare l’apertura del museo lì vicino per vedere gli originali delle statue salvate, beviamo un sorso da una fontanella arrugginita e poi ci dirigiamo verso la piazza d’oro ed altre meraviglie spoliate più dall’uomo che dal tempo!

Alle 16:30 siamo di ritorno al piazzale del bar e mangiamo qualcosa. Poi saliamo in auto. Accendo il navigatore e… si torna alla Roma contemporanea!

Traendo le conclusioni, si tratta di una gita molto interessante, se ci si aiuta con la fantasia a far rivivere i fasti d’un tempo. La Villa di Adriano è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, ma il parco archeologico è davvero deludente in quanto a cura delle antichità in esso presenti (le schede informative e tutto l’apparato sono fermi agli anni ’70) e i servizi per i turisti sono praticamente inesistenti. Ah… evitate l’estate (la barista ci ha consigliato il mese di ottobre)!

Un commento su “Adriana! Adriana! Adriana!”

  1. Questa estate sono tornato a rivedere il tempio di Giove anxur a Terracina. Hanno sistemato piuttosto bene, ma c’è un bar con statue di gesso appartenenti al genere “nani da giardino”, e sul muro in opus reticolatum di una delle sostruzioni, del I secolo a.c., c’è una grande scritta con lo spray: “Topolina ti amo”.
    Se il turismo è il nostro petrolio, dobbiamo ancora scoprirlo…
    Per non parlare della cultura.

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